Oggi vi porto in Calabria, mi piace questa terra, per me significa, strade irte, natura unica, scenari incredibili anche se qualche volta contaminati dall’uomo.
Calabria per me significa Gian Maria Volontè, grande mito con cui ho avuto la fortuna di lavorare per la regia del grande Luigi Comencini, era il 1987 e il film era “ragazzo di Calabria”.
Sapete qual è la cosa più strana che mi è successa in quei giorni calabresi?
Una mattina appena alzato, mi sono reso conto che mi erano sparite le scarpe, le cercavo, ma le scarpe non si trovavano. Che fine avevano fatto? Il giorno dopo sono spuntate sul set, ai piedi Volontè che calzandole con naturale disinvoltura, mi fissava in attesa di una reazione.
Io feci finta di niente, ero stato preparato dai miei amici Haber, Sironi e Troisi. Mi avevano istruito sulle stranezze, sul carattere, sui suoi strani scherzi e sul modo di mettere alla prova chi conosceva da poco.
Nonostante lo facesse con le mie scarpe, la passione comune per il vino e per il buon cibo ci spinse ad andare a spasso insieme, cercare piccole trattorie dove praparavano la zuppa” i cipudda” con pane e cipolle selvatiche e i “prupetti” alla mammolese…